Con il ritorno delle belle giornate si ripresenta un pericolo per la salute e la bellezza: le macchie solari. Preveniamole usando la giusta protezione. E se dobbiamo curarle, facciamolo nel modo corretto.

Efelidi, lentiggini, macchie scure, cloasma o macchie di fegato. Sono i diversi modi con cui le persone sono abituate a definire quelle macchie che compaiono sulle sedi cutanee più esposte alla luce del sole, come il volto, il decolleté, il dorso delle mani. Sono un segno di danno cronico indotto dall’esposizione alle radiazioni solari e quindi diventano sempre più evidenti con l’avanzare dell’età, soprattutto nei soggetti con carnagione chiara. Fanno eccezione quelle macchie, definite cloasma e mela-sma, che compaiono in donne in età fertile e si associano alla gravidanza, all’assunzione della pillola contraccettiva, comunque a situazioni ormonali che rendono la cute particolarmente esposta al danno solare.
 
Molti pazienti sono convinti che questa sia una patologia da trattare sempre con il laser e quindi ricercano solo questo tipo di trattamento. In realtà le macchie solari sono soltanto la punta dell’iceberg di un problema di sensibilità alla luce solare che coinvolge l’epidermide ma anche e soprattutto il derma. Invece di cercare la soluzione “cancella-tutto” biso gnerebbe rendersi conto che le macchie sono solo un campanello d’allarme e quindi un segno che c’è qualcosa di profondamente errato nel modo in cui ci esponiamo alle radiazioni solari.
 
Innanzitutto bisogna considerare con grande attenzione la protezione solare. Se soffriamo di questo problema, il prodotto che utilizziamo dovrebbe essere caratterizzato non solo da un elevato fattore di protezione solare UVB ma anche UVA. Inoltre dovremmo optare per le formule arricchite di vitamine (E, F, C) e di sostanze antiossidanti (glutatione, selenio, polifenoli) che bloccano il danno innescato dall’esposizione al sole, e cioè i radicali liberi. La protezione andrebbe utilizzata sempre (estate e inverno) applicandola al mattino e nel primo pomeriggio sulle sedi esposte.
 
Per quanto riguarda il trattamento della macchie bisogna invece sempre considerare che: 1) gli ingredienti cosmetici depigmentanti non sono sufficientemente efficaci per schiarire le macchie evidenti, mentre conservano senz’altro un ruolo preventivo o comunque coadiuvante nelle terapie; 2) la terapia farmacologica si basa sull’utilizzo di principi attivi da utilizzare localmente, meglio se in associazione tra loro, di solito nella stessa formula galenica (cioè fatta preparare in farmacia sulla base della ricetta del dermatologo). Di solito vengono contemplati almeno due principi attivi nella stessa formula, con concentrazioni relative che possono variare a seconda del tipo di macchie e del fototipo; 3) il peeling chimico depigmentante deve essere eseguito dallo specialista e può essere o meno associato a crioterapia; 4) il laser (tra quelli più adatti per le macchie solari figurano: laser a diodi, Q-switched ruby, Q-switched alessandrite, Erbium Yag) rappresenta invece il trattamento di ultima scelta, per il cui utilizzo sarebbe comunque necessario considerare il tipo di cute trattata, visto che con esso si rischia non solo l’inefficacia terapeutica, ma anche esiti iperpigmentati e quindi la ricomparsa delle macchie, anche a distanza di diversi mesi dal trattamento.
 
La terapia delle macchie è un atto medico che va eseguito per gradi: si comincia dalla protezione solare e dall’uso di cosmetici depigmentanti per poi passare alle terapie farmacologiche domiciliari che, va detto, richiedono comunque costanza e impegno. Nei pazienti che non rispondono alla terapia farmacologia locale, un’ulteriore possibilità include il peeling chimico, singolarmente o in combinazione con la terapia topica.
Solo in caso di macchie particolarmente resistenti, e in pazienti selezionati, si può far ricorso al laser.
 
Molto importanti saranno poi le terapie e i trattamenti di mantenimento per prolungare la fase di remissione delle macchie. In questo caso dovrà essere presa in considerazione una combinazione di fotoprotezione, trattamenti locali farmacologici e/o cosmetici, integratori alimentari e corretto stile di vita.

Articolo della Dottoressa Adele Sparavigna per https://4me.styl