La pressione dei coetane e il desiderio di non sfigurare sui social media spinge sempre più adolescenti a chiedere un trattamento estetico, anche chirurgico. È giusto assecondarli?
Una delle sfide più impegnative per il dermatologo è la visita in studio a un adolescente. Quasi sempre, giustamente, accompagnati da almeno un genitore, gli adolescenti spesso mettono in atto comportamenti di malcelata ribellione o insoddisfazione che vanno dall’atteggiamento del “sono qui ma non sono venuto di mia spontanea volontà” (tipica ad esempio degli adolescenti maschi con l’acne) alla crisi di pianto (tipica delle femmine con problemi di perdita dei capelli o con cellulite), agli alterchi tra genitori e figli.
In questi casi il medico non può e non deve comportarsi come imbarazzato testimone e deve assolutamente tentare di districare le complesse matasse emotive. Di punto in bianco, specie se incontra i pazienti per la prima volta, il medico è catapultato nell’arduo compito di sciogliere questi nodi affettivi e relazionali, per aprire una breccia comunicativa e impostare un corretto approccio terapeutico.
Le dolenti note: quando i teenager vogliono un “ritocchino”.
Ad avanzare un trattamento chirurgico sono in genere adolescenti insoddisfatti del proprio corpo e sempre più ispirati dai canoni di bellezza dei loro divi e del web. Spesso sono accompagnati da un genitore che quasi sempre, a sua volta, si è già sottoposto ad interventi di questo tipo. A questi genitori va spiegato che un intervento, ma anche solo una prescrizione cosmetica, fatta ad un minore non corrisponde affatto agli stessi effetti che si riscontrano sugli adulti. In questa fase di crescita, infatti, l’organismo deve funzionare come una macchina perfetta con tutte le sue componenti, metaboliche, immunitarie, endocrine e strutturali in equilibro ed armonia.
Se ad esempio a una ragazza si pratica una mastoplastica additiva, richiesta sempre più frequente, l’impianto di protesi mammarie per aumentare il seno, potrebbe comprimere o distorcere i dotti galattofori, creando problemi nel tempo, ad esempio nell’allattamento quando questa ragazza sarà diventata mamma. Oppure, se la richiesta è anche solo l’impianto di un filler, specialmente in dose generosa per aumentare di volume le labbra oppure gli zigomi, la presenza di questo materiale riempitivo nella cute potrebbe portare a devitalizzazione dei tessuti e precoce invecchiamento degli stessi.
E se si tratta di prescrivere un cosmetico?
Anche in questo caso è opportuno procedere con cautela, perché la prescrizione potrebbe comportare alcuni pericoli. Ad esempio molti cosmetici, soprattutto i rossetti, contengono delle sostanze chimiche, i cosiddette perturbatori endocrini, che una volta ingerite possono portare facilmente a uno squilibrio ormonale, specialmente a quest’età.
Nelle situazioni in cui la richiesta da parte degli adolescenti, magari con la compiacenza dei genitori, verta su questi ritocchi estetici o di chirurgia plastica, ritengo che ci si possa permettere di essere più rigorosi e meno psicologi. La legge parla chiaro, si vieta di intervenire sui minori di diciotto anni, per soli motivi estetici. Se ad esempio una ragazza vuol rifare seno, fianchi o gambe oppure ritoccare le labbra, questo non è consentito.
Se invece, è necessaria una correzione di un difetto, qualora possa conseguire un danno psicologico a causa dell’inestetismo, questo si può eseguire ma a patto che sia stata fatta una valutazione dell’età ottimale per intervenire, dello stato di maturazione biologica e psicologica del soggetto, delle condizioni generali di salute. In ogni caso, qualsiasi procedura andrà preventivamente autorizzata con il consenso informato scritto di entrambi i genitori e sotto la diretta responsabilità del medico.
Articolo della Dottoressa Adele Sparavigna per https://4me.styl