Pubertà sempre più precoce, cosmetici-giocattolo facili da ottenere, voglia di sentirsi accettati. La fase è delicata e i figli vanno seguiti. Senza la pretesa di sostituirci ai loro influencer.
“Troppo piccoli per essere grandi e troppo grandi per essere considerati bambini”. La saggezza popolare ha da sempre distinto l’età della pubertà e dell’adolescenza come un periodo della vita particolare, definito più da ciò che non è piuttosto che da quello che è. Quasi come se quest’età fosse meramente un periodo di transizione tra l’infanzia e l’età adulta, un periodo sospeso tra l’attesa, spesso spasmodica, di diventare grandi e di trovare il proprio posto nel mondo.
Tutto normale, o forse no, perché nel frattempo la pubertà è un fenomeno che avviene sempre più precocemente. Negli ultimi decenni, infatti, principalmente le ragazze hanno un esordio puberale sempre più anticipato rispetto al passato. Nei ragazzi, all’opposto, si osserva una tendenza generale a fenomeni di femminilizzazione, quali la riduzione della distanza ano-genitale e dello spermiogramma. Le cause di questo fenomeno sono soprattutto i cosiddetti “disturbatori endocrini”, sostanze chimiche con le quali veniamo a contatto tutti i giorni e che mimano l’azione degli ormoni sessuali. I disturbatori endocrini finiscono dappertutto: nell’ambiente, nella nostra alimentazione, nei prodotti di uso quotidiano come indumenti e cosmetici.
Cosa accade quando una bambina va incontro a pubertà precoce? La prima conseguenza è di tipo comportamentale: i temi caratteristici dell’età dell’adolescenza, riguardanti l’accettazione di sé e del proprio corpo che cambia, le relazioni e la comunicazione interpersonali, l’equilibrio emozionale, investono soggetti che non hanno ancora la struttura psichica necessaria ad affrontare questi grandi cambiamenti. E qui avviene il paradosso: gli stessi cosmetici che contengono i disturbatori endocrini divengono indispensabili. I prodotti di bellezza, infatti, consentono una riappacificazione con il sé esteriore, permettono di rendersi più accettabili e presentabili ma anche più omologati ai canoni estetici tipici del gruppo dei coetanei.
Nel caso dei più giovani, il mercato dei prodotti beauty sfrutta tipologie , canali di vendita e strategie commerciali completamente nuovi. I prodotti, coloratissimi e molto simili a giocattoli, veri e propri cosmetic toy, possono avere fragranze golose, magari in grado di cambiare colore e consistenza mentre si spalmano. In aumento anche maschere di bellezza da preparare seguendo facili e divertenti ricette fai-da-te. L’interesse delle ragazze e dei ragazzi per il beauty è in aumento anche grazie a canali di vendita che, sfruttando i social network instagram, twitter e facebook, propongono prodotti dai prezzi più abbordabili, alla portata delle loro tasche, soprattutto i monodose, che risultano in assoluto meno costosi.
Il fenomeno, ormai endemico, è amplificato dagli influencer. Di certo, la scelta dei prodotti non è più affidata ai genitori. Eppure, come abbiamo già detto, proprio a questa età il rischio dell’esposizione a composti dannosi per la salute e, soprattutto per il sistema endocrino, è molto elevato. Numerose sostanze chimiche comunemente usate in cosmetici, prodotti per la cura personale e altri articoli per la casa profumati hanno mostrato la capacità di disturbare il sistema endocrino. Queste sostanze chimiche comprendono alcuni ftalati, ingredienti utilizzati nella lavorazione della plastica, di cui quelli a basso peso molecolare si trovano anche in cosmetici come profumi, deodoranti, saponi, shampoo, e negli smalti per unghie. In studi di laboratorio è stato confermato che gli effetti di queste sostanze sono anti-androgenici, cioè in grado di causare pubertà precoce nel sesso femminile e femminilizzazione nel sesso maschile.
Anche i parabeni, comunemente usati come conservanti nei cosmetici, dimostrano proprietà estrogeniche. Altre sostanze incriminate comprendono i fenoli, utilizzati nei detergenti per ambienti, spesso utilizzati anche nei prodotti per la cura personale, come il triclosan, un agente antibatterico contenuto in molti detergenti antisettici, nei gel igienizzanti per le mani ed in alcuni dentifrici. Anche il benzofenone-3, un filtro solare che viene utilizzato non solo nei prodotti solari ma anche anche in cosmetici come rossetti, lacche per capelli, shampoo e lozioni per la pelle per aumentarne la durata di conservazione, è un importante disturbatore endocrino.
La situazione è preoccupante ma le vie d’uscita ci sono ancora, se diventiamo tutti consumatori più attenti e responsabili, se impariamo a fare sempre più a meno della plastica, se in caso di dubbi ci rivolgiamo allo specialista.
Articolo della Dottoressa Adele Sparavigna per https://4me.styl