La ricerca genetica applicata alla cosmetica rappresenta un’interessante prospettiva per la personalizzazione dei trattamenti. Ma quanto dovremo aspettare perché questa disciplina dia i primi risultati?

Nel 2001 è stato completato il sequenziamento del genoma umano, che ha segnato il termine dei colossali lavori di decriptaggio del DNA. Oggi possiamo posizionare e identificare su ciascun cromosoma i 30.000 geni del nostro patrimonio genetico. Il linguaggio dei geni contenuti nel nostro DNA, le istruzioni da essi dettate, le proteine per le quali codificano, cominciano a essere svelati, aprendo ogni giorno nuove interessanti prospettive.
 
Presto potremo comprendere meglio le variazioni biologiche che l’espressione dei geni induce a livello del nostro organismo, le possibili alterazioni che essa genera, le suscettibilità individuali che determina ma anche arrivare a inquadrare meglio l’implicazione dei geni nell’invecchiamento, il tutto in maniera personalizzata. La bellezza della pelle, la sua evoluzione nel corso degli anni, la sua attitudine a proteggersi contro lo stress e le aggressioni, sono infatti legate al patrimonio genetico di ciascuno di noi. Tutte queste qualità sono codificate nei suoi geni, all’interno di ognuna delle sue cellule.
 
Tuttavia, l’ambiente cellulare che circonda i geni gioca un ruolo preponderante nella loro espressione, vale a dire nella sintesi delle proteine, e ciò ha un impatto significativo sulla qualità della pelle. I geni, fatti di DNA (acido desossiribonucleico), quando attivati, entrano nella loro fase di espressione. Vengono quindi trascritti in messaggeri biologici, fatti di RNA (acido ribonucleico) messaggero.
 
L’RNA messaggero, attraverso la precisa sequenza di unità che compongono la sua struttura, guida la sintesi di una determinata proteina. L’individuazione di un RNA messaggero permette di testimoniare l’espressione di un gene preciso. Lo studio di questa individuazione si chiama «genomica». E soltanto la lettura delle proteine può testimoniare le sintesi effettuate, dando concretezza all’espressione genica. Questa analisi delle proteine porta il nome di “proteomica”.
 
Se inizialmente tutte le cellule contengono, all’interno del loro nucleo, lo stesso capitale genetico contenuto nel DNA, il registro di geni espressi differisce da una cellula all’altra in base allo stato di differenziazione e al contesto tissutale.
 
Inoltre, sotto l’influsso di fattori ambientali e dell’età, alcuni di questi geni modificano progressivamente la loro attività. Con il passare del tempo, alcuni geni sono inattivati o sovra-attivati, la sintesi di alcune proteine di superficie si altera, la pelle si segna e perde il proprio aspetto ottimale.
 
Mettendo a confronto una pelle giovane con una pelle matura in termini di espressione è stato possibile passare in rassegna non meno di 4400 geni (i geni che normalmente sono presenti nella pelle), e valutare le variazioni di espressione di ognuno di questi geni in risposta a uno stress con il passare del tempo. Si è visto che solo poche centinaia di questi geni sono espressi sia dalla pelle giovane che dalla pelle invecchiata.
 
Inoltre, la velocità di risposta di questi geni, differisce fortemente in funzione dell’età. In altri termini, con il passare degli anni, l’espressione di alcune proteine aumenta mentre quella di altre diminuisce.
 
L’attività dei geni all’interno della pelle si materializza grazie alla produzione di migliaia di proteine costituenti fondamentali della pelle stessa. Elementi di costruzione e di trasformazione, queste proteine assicurano l’insieme delle funzioni biologiche della pelle e conferiscono al tessuto cutaneo le sue caratteristiche fisico-chimiche. Determinano le sue caratteristiche di densità, morbidezza, resistenza ma anche le sue qualità estetiche.
 
Gli strumenti di genomica e di proteomica permettono rispettivamente di seguire l’attività dei geni e di individuare la presenza di proteine. Siccome questo varia da individuo a individuo e, nello stesso individuo, varia in base alle varie fasi della vita, in futuro potremo forse disporre di prodotti cosmetici altamente personalizzati, basasti sullo studio del genoma e del proteoma di ciascuno. Per ora, questo non è disponibile su vasta scala. Della cosmetogenomica si parla molto in termini pubblicitari, ma per farlo in modo concreto dovremo aspettare ancora un po’.

Articolo della Dottoressa Adele Sparavigna per https://4me.styl