Non esageriamo con la pulizia personale e domestica. Molti disinfettanti e detergenti che usiamo ogni giorno contengono sostanze potenzialmente pericolose per l’organismo e per l’ambiente.

Molti di noi sono sufficientemente grandi da aver vissuto da bambini l’incubo della disinfezione delle ferite; quando ci si sbucciava un ginocchio o ci si feriva con oggetti taglienti, la cosa che ci preoccupava maggiormente, più ancora della visione del sangue, del trauma subìto, delle possibili conseguenze, era il doversi sottoporre all’immancabile tortura del batuffolo imbevuto d’alcol, il cui contatto, preannunciato dall’odore acre e pungente, significava bruciore intenso, strilli e lacrime.
 
I fortunati che sono nati più tardi l’alcool non l’hanno mai conosciuto, perché era già stato sostituito dagli antisettici moderni, efficaci e assolutamente indolori. L’obsoleto alcool etilico denaturato lasciava il posto alla clorexidina, al triclosan, al coruro di cetilpiridinio. Lentamente ma inesorabilmente la mania dell’igiene a tutti i costi ha preso il sopravvento e l’utilizzo di queste sostanze è diventato quotidiano, anzi pluriquotidiano. Le contengono i detergenti che utilizziamo, i gel per le mani, i collutori, i detersivi ed i prodotti di pulizia della casa.
 
A parte l’eccesso di asepsi, che non consente all’organismo di esercitare le proprie difese naturali, oggi sappiamo che il nostro microbiota, cioè le popolazioni microbiche amiche che albergano nel nostro organismo, è responsabile di funzioni vitali e di difesa importanti, che molto hanno a che vedere con il nostro stato di salute e di benessere. Un’igiene aggressiva e indiscriminata spiazza non solo i germi patogeni ma anche il nostro microbiota fisiologico, con la conseguenza di far spazio all’attecchimento delle malattie infettive, ai disordini immunitari, alle dermatiti.
 
Gli studi scientifici e le ricerche che sottolineano la potenziale pericolosità dell’utilizzo indiscriminato di queste sostanze sono sempre più numerosi. Uno dei primi lavori sull’argomento metteva in evidenza la relazione tra obesità e diabete di tipo alimentare con l’uso dei colluttori antisettici almeno due volte al giorno. In pratica i collutori eliminerebbero il microbiota fisiologico del cavo orale, favorendo l’attecchimento di batteri in grado di indurre queste patologie. Più recentemente si è scoperto che l’utilizzo del triclosan, ingrediente già oggetto di numerose controversie e bandito dalla FDA americana, è associato a un aumentato rischio di osteoporosi nelle donne in menopausa.
 
La clorexidina invece favorirebbe nei batteri patogeni la frequenza dei fenomeni di antibioticoresistenza con il risultato di rendere questi germi ancora più aggressivi. Queste sostanze sono anche molto inquinanti per le acque e il suolo e vi permangono molto a lungo.
 
Come abbiamo già detto gli antisettici e disinfettanti purtroppo sono molto utilizzati nei prodotti di largo consumo. In attesa che qualcosa si muova a livello legislativo il consiglio è di evitarli, e un modo per farlo è leggere le etichette prima dell’acquisto di cosmetici e detergenti per la casa. Tornando all’alcool e alla detersione delle ferite, si può comunque utilizzare l’acqua borica al 3%: si trova comunemente nelle farmacie, è efficace, economica, innocua e… non brucia.
 
Eravamo convinti di aver relegato i germi ai margini dell’esistenza ma, come ha scritto qualcuno “i batteri non costruiscono città e non hanno una vita sociale molto interessante, questo è vero; ma quando il Sole esploderà, saranno ancora qui. Questo è il loro pianeta, e noi lo abitiamo solo perché loro ce lo consentono”.


Articolo della Dottoressa Adele Sparavigna per https://4me.styl