L’epidermide è protetta da una colonia di batteri amici. Quando la alteriamo usando detergenti aggressivi ci esponiamo a dermatiti, acne e psoriasi. Aiutiamola invece a difenderci.

L’organo più grande del nostro corpo, la pelle, è ricoperto da vari microrganismi, il cosiddetto microbiota, tra cui batteri, funghi e virus. I batteri sono di gran lunga più numerosi degli altri. Il microbiota è molto importante per il nostro organismo perché svolge funzioni metaboliche (producendo sostanze preziose per le nostre cellule, come ad esempio le vitamine), protettive (creando una barriera contro le infezioni) ed immunitarie (stimolando il sistema immunitario e la produzione di anticorpi).
 
L’ecosistema del nostro microbiota è molto dinamico; in un dato habitat (intestino, pelle, tratto genitourinario e respiratorio) alcuni membri del microbiota possono essere considerati residenti, mentre altri dovrebbero essere visti come “viaggiatori di passaggio” al seguito delle diete e di altri fattori ambientali. Il rapporto tra il microbiota e l’ospite è generalmente indicato come commensale (questo è il caso dei lattobacilli, da cui il nostro organismo ottiene benefici), piuttosto che mutualistico, ovvero entrambi traggono beneficio dalla loro interazione.
 
Quattro grandi gruppi (Phyla) di batteri, Firmicutes, Bacteroidetes, Actinobacteria e Proteobacteria, dominano la flora batterica cutanea. I Firmicutes, (tra cui bacilli, lattobacilli, streptococchi, clostridi) sono così chiamati perché hanno una parete cellulare molto rigida mentre i Bacteroidetes (ad es. Bacteroides fragilis, Prevotella) sono a forma di bastoncino. Tra l’altro, questi due grandi gruppi di batteri sono conosciuti anche perché il loro rapporto nella flora intestinale è correlato all’indice di massa corporea: alti livelli di Firmicutes e bassi livelli di Bacteroidetes sono stati correlati a sovrappeso ed obesità. Gli Actinobacteria (ad es. streptomiceti, propionibatteri, cutibatteri) sono un raggruppamento di batteri filamentosi. I Proteobacteria (anche patogeni come E.Coli, Salmonella tiphy, Helicobacter Pilori fanno parte di questo raggruppamento) così chiamati dal nome del dio greco Proteo perché in grado di cambiare forma a causa della diversità delle forme riscontrabili.
 
Diversi studi hanno rivelato che il microbiota della pelle sana è determinato da microbiotipi cutanei a seconda del tipo di ambiente (sebaceo, umido o secco). Oltre alla localizzazione, anche vari fattori correlati all’ospite come età e sesso influenzano il microbiota della pelle di individui sani. I cambiamenti legati all’età nella struttura e nella funzione della pelle sono attribuibili a combinazioni di fattori intrinseci endogeni, ad es. metabolismo cellulare, attività immunitaria, condizioni ormonali e fattori ambientali esogeni, ad es. esposizione al sole, sostanze inquinanti, altre tossine.
 
L’invecchiamento cutaneo è caratterizzato da una diminuzione del sudore, del sebo e delle funzioni immunitarie che determinano in tal modo alterazioni significative della fisiologia della superficie cutanea, incluso pH, composizione lipidica e secrezione di sebo. Questi cambiamenti fisiologici forniscono potenziali alterazioni dell’ecologia della pelle che possono influire sul microbioma cutaneo. Ad esempio, con l’età si riduce anzitutto la biodiversità delle specie batteriche sulla pelle. Inoltre, si riducono gli actinobatteri, con aumento concomitante degli altri tre phyla.
 
La riduzione degli actinobatteri si osserva anche in malattie della pelle come la psoriasi e le infezioni cutanee persistenti. Pertanto, il microbiota cutaneo, pur essendo molto complesso e per molti versi ancora sconosciuto, comincia a essere utilizzato non solo come un nuovo indicatore dello stato di salute della pelle ma anche con un approccio terapeutico.
 
Esistono già in commercio prodotti (integratori alimentari ma anche cosmetici) in grado di influire sullo stato di salute della pelle, fornendo sostanze nutritive (prebiotici) per la flora batterica sana, microorganismi vivi e vitali (probiotici) che andranno a costituirla oppure sostanze prodotte dai probiotici (postbiotici) in grado di aumentarne gli effetti positivi.

Articolo della Dottoressa Adele Sparavigna per https://4me.styl