Molto spesso con l’età si manifestano disturbi cutanei che provocano un’infiammazione latente più o meno estesa. E il problema non è solo esterno: vediamo perché.

La nostra pelle inizia a deteriorarsi già intorno ai 50 anni, con alterazioni del pH epidermico, dell’idratazione e della barriera di permeabilità. Con il perdurare di questa situazione, se non interveniamo con trattamenti cosmetici specifici e non modifichiamo le nostre abitudini di esposizione alle condizioni ambientali (soprattutto al sole) o a determinate sostanze (detergenti, solventi, acqua calda) la cute continuerà a peggiorare fino ad arrivare ad irritarsi e a prudere.

L’inflammaging ci fa invecchiare prima del tempo.

L’infiammazione va comunque evitata, perché anche quando è blanda e appena percettibile, si determina una condizione definita “inflammaging” considerata ad oggi uno dei principali meccanismi dell’invecchiamento. Quando la cute diventa secca, perde la sua capacità di trattenere l’acqua, a causa di profondi cambiamenti strutturali, e a questo consegue il rilascio di “citochine “, cioè di mediatori dell’infiammazione prodotti, in questo caso, da parte delle cellule cutanee. Le citochine, oltre a provocare prurito ed infiammazione locale entrano anche in circolo portando l’infiammazione all’interno dell’organismo. Quindi, anche quando la pelle è affetta da una lieve infiammazione diffusa, le citochine possono condizionare non poco l’inflammaging interno, a causa dell’aumento di citochine circolanti.
 
Inoltre, mentre in condizioni normali l’infiammazione guarisce facilmente, grazie ad un pronto ed efficace meccanismo di riparazione della barriera, nell’invecchiamento della pelle la barriera non è così facilmente riparabile e quindi i segnali infiammatori continuano a essere rilasciati, interessando in maniera persistente anche il sangue e gli organi interni.

L’infiammazione della pelle non riguarda soltanto la pelle.

Fino a qualche anno fa la comunità scientifica non riteneva che la pelle potesse contribuire all’infiammazione e alle malattie sistemiche. Gli ultimi studi sulla psoriasi e la dermatite hanno tuttavia dimostrato che l’infiammazione della pelle, provocata da queste malattie, aumenta probabilmente anche il rischio di malattie cardiache.
 
Sulla base di queste e altre osservazioni, uno studio apparso sul Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology, ha dimostrato come l’uso di una normale crema riparatrice, reperibile in commercio, fosse in grado di ridurre i livelli di citochine nel sangue di soggetti ultrasessantenni, riportandolo a livelli simili a quelli dei trentenni, inibendo così il fenomeno dell’inflammaging.
 
La formulazione ideale per questo scopo dovrebbe contenere glicerolo, ceramidi, sfingolipidi, colesterolo e acidi grassi liberi, cioè le sostanze che più di tutte sono in grado di riparare la barriera epidermica.

Articolo della Dottoressa Adele Sparavigna per https://4me.styl