Molte sostanze utilizzate per la detersione e la profumazione intima possono essere nocive per la salute. Lo suggerisce il buon senso e lo confermano i risultati di uno studio recente.

L’attenzione all’igiene è senz’altro una prerogativa che rende bene accette le persone e fortunatamente viviamo in un’epoca che incoraggia queste attitudini. A parte la cura per sé stessi, sempre primariamente necessaria, è un gesto molto civile essere attenti a questi particolari, nel relazionarsi con gli altri. Attenzione però: la cura dell’igiene, quando è troppo radicale, rischia di essere dannosa.

A parte l’uso eccessivo dei detergenti, che priva la cute dei naturali meccanismi di barriera chimica e microbica, anche l’uso delle sostanze profumate, denominate in chimica “composti organici volatili”, può causare dei problemi. Nel caso dell’igiene intima poi, questa preoccupazione viene amplificata dalla particolare struttura anatomica delle mucose genitali. In questa parte del corpo infatti manca la parte più resistente dell’epidermide (la mucosa è priva di strato corneo), non vi sono annessi quali ghiandole sebacee e peli, e il tessuto è riccamente vascolarizzato. Di conseguenza le sostanze profumate che applichiamo vengono più facilmente assorbite attraverso il torrente circolatorio e diffuse in tutto l’organismo, con possibili conseguenze negative per la salute.

In particolare nel caso delle lavande vaginali questa esposizione è massima. Ed è un paradosso, perché questa pratica igienica in condizioni normali è praticamente superflua: la mucosa vaginale infatti è in grado di auto-detergersi. Un recentissimo studio pubblicato sul Journal of Women ‘s Health ha dimostrato che i prodotti per l’igiene intima femminile quali lavande, talco, spray, salviette e persino tamponi e assorbenti sono la causa di un aumento della concentrazione nel sangue di sostanze quali il dinitroclorobenzene e l’etilbenzene.

Nei paesi industrializzati, l’esposizione nei confronti dei composti organici volatili si verifica sia in ambienti interni che esterni, sebbene i livelli interni siano spesso più elevati, a causa della presenza e dell’uso di molti prodotti comuni che li contengono. Questi composti infatti sono ingredienti di prodotti come fragranze per la casa, prodotti per la cura della persona come smalti e deodoranti, repellenti per insetti, deodoranti, vernici, carburanti e prodotti automobilistici.

I composti aromatici possono essere assorbiti attraverso il contatto cutaneo, l’inalazione o l’ingestione. Alcune di queste sostanze sono state associate a effetti tossici acuti, come disturbi neurologici e sintomi respiratori; l’esposizione a lungo termine può anche causare tumori e attività avverse sui sistemi riproduttivi. Sulla base di prove di cancerogenicità animale, si ritiene ragionevolmente che il dinitroclorobenzene sia cancerogeno e inoltre possa indurre disturbi mestruali, aborti spontanei e malformazioni congenite.

L’esposizione cronica all’etilbenzene invece può influire negativamente sul sistema nervoso centrale. Data la preoccupazione per la tossicità dei composti organici aromatici è importante identificarne le fonti di esposizione. L’uso di prodotti per l’igiene intima femminile dovrebbe venire sempre più monitorato dagli organi di controllo della salute pubblica e affrontato con attenzione dalle consumatrici.

Articolo della Dottoressa Adele Sparavigna per https://4me.styl