La personalizzazione del trattamento della pelle rappresenta la vera svolta della cosmesi. Forse più che nell’individuare sempre nuove molecole, la chiave sta nell’utilizzare quelle più adatte.

La nuova frontiera della personalizzazione si chiama epigenetica ed è applicabile non solo alla cosmesi ma anche all’alimentazione, allo sport, alla medicina. L’epigenetica studia l’insieme dei segnali chimici che gestiscono l’espressione dei geni contenuti nel nostro DNA.
 
Più in dettaglio, il nostro DNA contiene 20.000 geni e non tutti sono contemporaneamente attivi, anzi, in proporzione, ne è attiva una piccola parte: l’epigenetica studia i meccanismi biologici che accendono alcuni geni  e ne spengono altri. Il risultato delle diverse combinazioni di geni attivate o disattivate è pressoché infinito. Cosa mangiamo, dove viviamo, con chi interagiamo, quanto dormiamo: queste e altre innumerevoli situazioni possono causare modificazioni chimiche intorno ai geni accendendoli o spegnendoli. Questo avviene anche per alcune malattie come il cancro o il morbo di Alzheimer: vari geni passeranno allo stato opposto, lontano dallo stato normale/sano.
 
L’epigenetica ci rende unici. Anche se siamo tutti umani, perché alcuni di noi invecchiano prima oppure si ammalano più facilmente? Perché amiamo certi sapori che magari altri considerano sgradevoli ? Perché alcuni di noi sono più socievoli di altri? Le diverse combinazioni di geni che vengono attivate ​​o disattivate ​​sono proprio ciò che rende ognuno di noi unico.
 
C’è di più. La ricerca attualmente ci dice che alcuni cambiamenti epigenetici possono essere ereditati e quindi apre le porte a nuovi meccanismi di interazione dell’ambiente con il patrimonio genetico dell’individuo. Al tempo stesso, l’epigenetica è reversibile: se potessimo mappare ogni singola causa ed effetto delle diverse combinazioni e se potessimo invertire lo stato del gene per mantenere le condizioni favorevoli eliminando quelle sfavorevoli, allora potremmo ipoteticamente curare il cancro, rallentare l’invecchiamento, fermare l’obesità e molto altro.
 
In cosmesi lo sforzo della ricerca è quello di individuare i marcatori biologici responsabili dell’attivazione dei geni responsabili di un corretto funzionamento della cute, della sua funzionalità di barriera, delle sue proprietà immunologiche, strutturali, dell’adattabilità alle condizioni ambientali. Una volta individuati questi marcatori biologici, possono essere identificati gli ingredienti cosmetici — come ad esempio gli alfa-idrossiacidi, l’idrochinone, il retinolo (vitamina A) e l’acido L-ascorbico (vitamina C) – che hanno il maggiore potenziale di influenzare epigeneticamente il profilo cutaneo.
 
Tutto questo è già una realtà: esistono aziende che hanno approntato kit di analisi delle caratteristiche epigenetiche della pelle ed  enormi database in grado di associare i risultati di queste analisi con le caratteristiche del trattamento cosmetico più idoneo a quel determinato soggetto in quel determinato momento, addirittura anche attraverso elenchi di prodotti già presenti sul mercato e di marca raccomandata.
 
In un futuro non remoto, non sceglieremo più i trattamenti in base ai nostri gusti, all’appeal pubblicitario o al prezzo ma in base a una attenta e scientificamente validata selezione.

Articolo della Dottoressa Adele Sparavigna per https://4me.styl