La mancanza di sonno fisiologico, di buona qualità e regolare, durante la notte può influire sulla capacità dell’organismo di fronteggiare il danno ossidativo. Questa scoperta è avvenuta grazie all’identificazione del gene che controlla il ritmo sonno/veglia , una sorta di orologio biologico.  Nel moscerino della frutta (modello spesso utilizzato per gli studi sull’invecchiamento) la mutazione che porta all’inattivazione di questo gene  non comporta alterazione della sopravvivenza solo se in assenza di stress metabolico. Se invece il moscerino viene esposto ad uno stress ossidativo, questo innesca una serie di problemi, quali degenerazioni neuronali, riduzione dell’abilità motoria e mortalità precoce rispettivamente del 12% nei moscerini di mezza età e del 20% in quelli più vecchi. L’attività di questo gene si riduce con l’età. Se questo valesse anche per l’essere umano si potrebbe spiegare il motivo per cui il nostro organismo con il passare degli anni perde la capacità di neutralizzare lo stress ossidativo e metabolico, aprendo la porta ad una serie di patologie neurologiche, cardiovascolari ed al cancro.